Onorevoli Colleghi! - La legge 22 febbraio 2000, n. 28, in materia di accesso ai mezzi di informazione nelle campagne elettorali e referendarie, non sembra equa, poiché mette sullo stesso piano partiti che hanno antiche tradizioni e programmi e partiti costituitisi in occasione delle elezioni e che non hanno alcuna presenza fra gli elettori.
      La presente proposta di legge si prefigge di ripartire gli spazi politici pubblicitari praticamente in proporzione ai voti ottenuti dalle forze politiche presenti ai vari livelli, riservando una minima percentuale comune anche alle forze che si presentano per la prima volta (10 per cento).
      Questo concetto è, in parte, già affermato in modo consolidato per quanto riguarda il finanziamento pubblico dei partiti, il quale, però, pur essendo stabilito in modo proporzionale ai voti, non prevede alcun fondo per chi non supera le varie soglie necessarie per avere un eletto.
      Al contrario, la presente proposta di legge stabilisce, senza ipocrisie, che o si concedono sovvenzioni economiche e tempi pubblicitari a tutti, indipendentemente dai voti ricevuti, o si provvede alla loro ripartizione, in proporzione ai voti ottenuti, intendendosi compreso anche il finanziamento pubblico ai diversi partiti.

 

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